Quando la BI si sposa col GIS
Come si sa, le autonomie locali si trovano attualmente a operare in un contesto segnato da una profonda trasformazione istituzionale, i cui esiti sono peraltro ancora tutti da definire. La riforma del Titolo V della Costituzione, che assegna alle Regioni competenze esclusive in materie come la sanità, la scuola e la polizia locale, e i tavoli di confronto tuttora aperti sul federalismo (e sul federalismo fiscale in particolare) impongono alle Regioni di abbandonare la tradizionale funzione puramente amministrativa per assumere un nuovo ruolo di indirizzo, di coordinamento e di controllo. L’assunzione di un ruolo di governo implica però che gli organi decisionali regionali abbiano una chiara visione delle peculiarità del territorio, delle caratteristiche demografiche e socio-economiche della popolazione e dei bisogni dei cittadini, per elaborare e attuare politiche pienamente commisurate alle specificità territoriali.
Business Intelligence e dati georeferenziati
Non stupisce quindi il forte interesse manifestato dagli enti regionali di governo per gli strumenti di supporto alle decisioni, soprattutto quelli che sono in grado di coniugare l’analisi statistica dei fenomeni con la loro dimensione geografica. È questa la strada intrapresa da Regione Campania con il progetto Sistema di Supporto alle Decisioni Territoriale (SiSDeT), giunto ormai quasi in fase di regime. Come spiega Francesco Crisci, Dirigente del Servizio Statistica - Supporto alle Decisioni, “Nel corso degli ultimi 13 anni, abbiamo utilizzato la tecnologia SAS per realizzare un’architettura di Business Intelligence che fungesse da supporto al Servizio Statistica, con particolare riferimento alle applicazioni per l’integrazione e la manipolazione dei dati e alle soluzioni per l’analisi e il reporting. D’altro canto, l’implementazione della piattaforma GIS di ESRI rendeva disponibili un insieme di strumenti per la gestione e la rappresentazione dei dati territoriali di cui era impossibile sottovalutare l’importanza. Il nostro progetto si è posto l’obiettivo di integrare queste due metodologie di analisi tra loro complementari. Da un lato gli strumenti di Business Intelligence consentono di analizzare il patrimonio informativo regionale con le più avanzate tecniche di analisi alfanumerica, reporting multidimensionale e indicatori strategici di sintesi. E dall’altro l’analisi territoriale permette di individuare e di rappresentare sinteticamente le relazioni tra i fenomeni su base geografica.”
Uno strumento decisionale per gli organi di governo
Nasce così il Sistema di Supporto alle Decisioni Territoriale (SiSDeT), che, lungi dal limitarsi a una semplice rappresentazione dei dati alternativa a quella tradizionale (tabellare o grafica), offre tutto il valore aggiunto dell’integrazione tra le due metodologie di analisi, accelerando e ottimizzando il processo decisionale degli organismi di direzione strategica. “A partire dalle piattaforme esistenti – prosegue Francesco Crisci – ci siamo proposti di implementare un sistema integrato a tutti i livelli, interoperante con le applicazioni esistenti, aderente agli standard richiesti dalla Pubblica Amministrazione e fruibile da diverse tipologie di utenti. Così agli strumenti di analisi territoriale, come query geografiche, buffering e intersecting, si aggiungono le funzionalità più sofisticate della Business Intelligence che risultano particolarmente utili nelle analisi statistico-territoriali, come l’analisi di prossimità, la definizione dei ‘service area’ e l’imposizione dei modelli combinati di analisi spaziale”. Sempre in tema di integrazione, il sistema sfrutta pienamente l’architettura parallela della Data Integration SAS: la capacità di raccogliere, integrare e sintetizzare le informazioni provenienti dalle fonti più svariate, in modo trasparente per l’utente, accelera le operazioni di acquisizione e di organizzazione dei dati, migliora le prestazioni complessive e offre la necessaria flessibilità nell’adeguarsi a possibili variazioni dei flussi o cambiamenti nelle logiche di trasformazione.
Il valore aggiunto dell’integrazione
Il valore aggiunto dell’integrazione emerge pienamente dalla possibilità di effettuare interrogazioni articolate e di ottenere rappresentazioni cartografiche complesse per evidenziare fenomeni e tendenze difficilmente percepibili con indicatori di tipo esclusivamente numerico. “Per fare solo qualche esempio – spiega Francesco Crisci –, alimentando opportunamente il sistema, è possibile conoscere non solo il numero dei pendolari quotidianamente in uscita da ogni singolo comune della regione, ma anche la matrice origine-destinazione completa relativa a una certa area, suddivisa per condizione professionale del pendolare o per mezzo di trasporto impiegato. Oppure indagare la spesa farmaceutica della popolazione residente in una determinata area, integrando le analisi sui dati del consumo farmaceutico con le valutazioni ambientali legate a fattori epidemiologici o di inquinamento. O ancora, analizzare la suddivisione dei finanziamenti regionali per area, valutando le performance di utilizzo in base alla tipologia dei progetti e alle condizioni morfologiche del territorio.”
Una vasta comunità di utilizzatori
Chi sono tipicamente gli utilizzatori del SiSDeT? “Il disegno del progetto – risponde Francesco Crisci – è finalizzato ad assicurare una molteplicità di livelli di fruizione. C’è il livello strategico e politico, cioè la Presidenza e gli Assessorati, che possono utilizzare il Sistema Statistico Territoriale per calibrare le politiche di intervento in funzione delle specificità territoriali. Ci sono i dirigenti apicali, che curano l’implementazione delle strategie definite. E ci sono gli utilizzatori operativi, che hanno bisogno di viste di dettaglio sui fenomeni. Al di là degli utenti per così dire ‘regionali’, il sistema sarà anche accessibile a una vasta comunità che spazia dagli enti locali alle imprese, fino ai semplici cittadini. Grazie ai meccanismi di profilazione, metteremo a disposizione delle diverse categorie di utenti gli strumenti per monitorare i fenomeni di interesse, analizzare le cause che li determinano e valutare i fattori che ne guidano l’evoluzione. Il tutto nel modo più semplice possibile”. I risultati delle analisi saranno infatti resi disponibili sul Web da un’applicazione per pubblicare i tematismi prodotti: sarà sufficiente un semplice browser per navigare tra i dati secondo i profili di abilitazione definiti. “Per quanto concerne l’evoluzione del progetto – conclude Francesco Crisci – il nostro primo obiettivo è quello di consolidare i risultati raggiunti. In un prossimo futuro, prevediamo di aggiungere nuove funzionalità analitiche, come il forecasting e l’analisi previsionale, e di implementare funzioni di analisi territoriale di secondo livello, come le analisi di routing e l’analisi spaziale con modelli di gridding.”